Nelle epoche classiche, le istituzioni morali, politiche o religiose superavano e sorreggevano gli uomini che le rappresentavano. La monarchia era più del re, il sacerdozio più del prete, il matrimonio più degli sposi. Tale fatto rendeva possibile a volte disprezzare un re o un papa senza che il principio della monarchia o della potestà pontificia venisse infirmato. Si pensi alle invettive d’una santa quale Caterina da Siena contro il clero del tempo, a un grande cattolico come Dante che apostrofa all’inferno il papa regnante! Oggi, come in tutti i periodi di decadenza, assistiamo al fenomeno inverso: le istituzioni non sono tollerate e amate che nell’individuo.

Gustave Thibon

San Pietro come Santa Sofia?

Pubblicato: 17 febbraio 2015 in culture, history, politics, religion
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Cari Jihadisti, è il titolo di una lettera aperta pubblicata da Philippe Muray – uno dei più grandi polemisti francesi – poco dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. La lettera si conclude con una serie di avvertimenti ai terroristi islamici, ma a esser presi di mira, di riflesso e ironicamente, sono in verità gli occidentali fanatici del comfort e del supermercato. Cito un passaggio da cui si può facilmente cogliere lo scherno pungente e sarcastico: «[Cari Jihadisti], temete la collera del consumatore, del turista, del vacanziere che smonta dal suo camper! Voi ci immaginate rotolati nei piaceri e nei passatempi che ci hanno rammolliti? Ebbene noi lotteremo come leoni per proteggere il nostro rammollimento. Ci batteremo per ogni cosa, per le parole che non hanno più senso e per la vita che queste si portano appresso». Leggi il seguito di questo post »

Kayla

Pubblicato: 12 febbraio 2015 in people

Kayla

Il 10 febbraio, la Casa Bianca ha confermato la morte della volontaria americana Kayla Mueller ostaggio dell’ISIS, la sua famiglia ha diffuso una lettera che gli aveva fatto arrivare durante la prigionia

A tutti voi, se avete ricevuto questa lettera significa che sono ancora prigioniera ma che i miei compagni di cella (a partire dal 2 novembre 2014) sono stati liberati. Ho chiesto loro di contattarvi e darvi questa lettera. È dura trovare qualcosa da dire. Sono in un posto sicuro e sto bene (ho persino messo su peso); sono stata trattata con rispetto e la massima gentilezza. Volevo scrivervi una lettera fatta come si deve ma non so quando se ne andranno i miei compagni, se tra giorni o tra mesi, quindi potrei non avere molto tempo; inoltre riesco a scrivere solo un paragrafo alla volta perché soltanto pensare a voi mi fa piangere.

Se si può dire che ho “sofferto”, in tutta questa esperienza, è solo per la consapevolezza della sofferenza a cui vi ho costretti; non vi chiederò mai di perdonarmi, dato che non merito perdono. La mamma mi ha sempre detto che alla fine della fiera quello che ti resta sempre davvero è Dio. Sono arrivata a quel punto in cui, in tutti i sensi, mi sono arresa al nostro creatore, perché non c’è letteralmente nessun altro… e grazie a Dio e alle vostre preghiere mi sono sentita teneramente cullata in questa caduta libera. Nelle tenebre mi è stata mostrata la luce e ho imparato che persino in prigione una persona può essere libera. Leggi il seguito di questo post »